Statua di Shiva Ganesha - Testa della statua di Shiva e Ganesha in pietra Khmer in stile Banteay Srei antico - 57 cm/23"

La storia dell'iconografia di Shiva nel sud -est asiatico


Shiva, una delle principali divinità dell'induismo, occupa un posto significativo non solo nel subcontinente indiano ma anche attraverso il sud -est asiatico. Il culto di Shiva e la rappresentazione della sua iconografia in questa regione si sono evoluti nel corso dei secoli, riflettendo una miscela unica di influenze culturali indigene e tradizioni religiose indiane.

Questo post sul blog esplora la storia e lo sviluppo dell'iconografia di Shiva nel sud -est asiatico, concentrandosi sulle sue origini, sulla diffusione e sulle varie forme che ha assunto in diverse culture.

Origini del culto di Shiva nel sud -est asiatico

Il culto di Shiva nel sud -est asiatico risale ai primi secoli dell'era comune, un momento in cui la cultura, la religione e l'arte indiane iniziarono a diffondersi in tutta la regione attraverso il commercio, la migrazione e l'influenza dei regni indiani. I primi commercianti indiani e sacerdoti di Brahmin che viaggiarono in queste terre portarono con sé i testi religiosi, i rituali e l'iconografia associati all'induismo, incluso il culto di Shiva.

Uno dei primi riferimenti a Shiva nel sud -est asiatico può essere trovato nel Regno di Funan, situato in quello che ora è il Vietnam meridionale e la Cambogia. Le iscrizioni di questo periodo menzionano la costruzione di templi dedicati a Shiva, indicando che il suo culto aveva già messo radici entro il V secolo d.C. Questo primo periodo di culto di Shiva gettò le basi per il successivo sviluppo di forme più elaborate e localizzate della sua iconografia.

Diffusione di iconografia di Shiva

Mentre l'influenza indiana si diffuse nel sud -est asiatico, Shiva divenne una figura di spicco nella vita religiosa e culturale di vari regni, tra cui l'impero di Khmer, l'impero Srivijaya e l'Impero Majapahit. Ognuno di questi regni ha adottato il culto di Shiva in diversi modi, fondendolo spesso con credenze e pratiche locali.

In Cambogia, durante il periodo pre-Angkoriano (intorno al XVII secolo d.C.), Shiva fu venerato come il dio supremo. I primi re Khmer si sono identificati come "Devaraja" o "God-Kings", un concetto che spesso li ha associati a Shiva, in particolare nel suo aspetto di sovrano cosmico. Questa associazione è evidente nell'arte e nell'architettura del periodo, dove Shiva è spesso raffigurata in sculture in pietra e sculture del tempio.

L'influenza del culto di Shiva ha raggiunto il suo zenit durante il periodo angkoriano (secolo d.C. IX -IIIL). The Angkorian Kings, in particolare Jayavarman II, a cui è attribuita la creazione del culto di Devaraja, costruirono grandi templi dedicati a Shiva, come il famoso Banteay Srei e Phnom Bakheng. Shiva era spesso raffigurato nella sua forma aniconica come linga (simbolo fallico), che rappresentava il suo potere creativo e l'energia divina.

In Indonesia, in particolare nelle isole di Java e Bali, anche il culto di Shiva divenne profondamente radicato. L'antico regno di Mataram (8 ° e XX secolo d.C.) e successivamente l'Impero Majapahit (XIII -XVII secolo d.C.) furono roccaforti dello shaivismo. I famosi templi di Prambanan nella Giava centrale, un sito del patrimonio mondiale dell'UNESCO, sono tra i migliori esempi di architettura shivaite nel sud -est asiatico. Il tempio centrale di questo complesso è dedicato a Shiva e le pareti sono adornate con intricate sculture che raffigurano scene del Ramayana e altre epopee indù.

Stone Shiva

Forme e rappresentazioni di Shiva

L'iconografia di Shiva nel sud -est asiatico è ricca e varia, riflettendo sia l'adattabilità dell'arte indù che l'influenza delle tradizioni locali. Mentre gli attributi di base di Shiva noti nell'arte indiana, come il Tridente, il terzo occhio, la Morge Crescent e il Serpente - sono spesso presenti, le rappresentazioni del sud -est asiatico di Shiva incorporano anche distinti elementi regionali.

  • Shiva come ballerino cosmico (Nataraja): La rappresentazione di Shiva come Nataraja, la ballerina cosmica che esegue la danza della creazione, della conservazione e della distruzione, è diventata popolare nel sud -est asiatico, in particolare nel periodo Chola (IX-13 ° secolo) nell'India meridionale, da dove si è diffusa. Questa forma di Shiva è particolarmente importante nelle regioni influenzate dal Tamil come la Malesia e parti dell'Indonesia. L'immagine di Nataraja simboleggia la natura dinamica dell'universo, con la danza di Shiva che rappresenta i cicli eterni della vita.

  • Shiva in forma aniconica (Linga): Il Linga è una delle rappresentazioni più comuni di Shiva nel sud -est asiatico. È un simbolo semplice e fallico che incarna il potere creativo e generativo di Shiva. Il culto di Linga era particolarmente diffuso nell'Impero Khmer, dove i Lingas enormi venivano spesso installati nei santuari dei templi, a volte accompagnati da uno Yoni, che simboleggiava la dea Shakti, il suo consorte.

  • Shiva come Ardhanarishvara: Questa forma, che raffigura Shiva come mezzo maschile e mezza-femmina, che rappresenta l'unità dei principi maschili e femminili, può essere trovata in alcune arte del sud-est asiatico, in particolare nei templi della Cambogia e Java. Questa forma evidenzia il concetto di dualità ed equilibrio, che era importante sia nell'induismo che nelle credenze indigene della regione.

  • Shiva come uomo di famiglia: Un'altra rappresentazione comune di Shiva nel sud -est asiatico è quella di lui con il suo consorte Parvati e i loro figli, Ganesha e Kartikeya. Questa rappresentazione sottolinea il ruolo della divinità come protettore della famiglia e della famiglia, risuonando con i valori familiari e orientati alla comunità delle società del sud-est asiatico.

Influenza e eredità

L'influenza del culto di Shiva nel sud -est asiatico continuò fino al XV e XVI secolo, anche se il buddismo divenne più dominante in molte parti della regione. In alcune aree, come Bali in Indonesia, il culto di Shiva rimane una parte vitale della pratica religiosa fino ad oggi. L'induismo balinese, per esempio, incorpora Shiva come una figura centrale nel suo pantheon, spesso unendo la sua identità con quella di altre divinità locali.

L'eredità dell'iconografia di Shiva nel sud -est asiatico è evidente anche nei numerosi templi, sculture e sculture che sopravvivono oggi. Queste opere d'arte non solo riflettono la devozione religiosa delle persone, ma sono anche a testimonianza degli scambi culturali tra India e Sud -est asiatico che hanno modellato la storia della regione.

bronzo shiva

Conclusione

Il viaggio di Shiva dal subcontinente indiano al sud -est asiatico è un notevole esempio di diffusione e adattamento culturali. Nel corso dei secoli, l'iconografia di Shiva nel sud -est asiatico si è evoluta in una miscela unica di simbolismo religioso indiano e tradizioni artistiche locali.

Oggi, le rappresentazioni di Shiva nei templi e l'arte del sud -est asiatico continuano a ispirare e affascinare, offrendo una finestra sulla ricca eredità culturale e spirituale della regione.